Iscriviti alla mailing list
Newsletter

Si prega di correggere il/i campo/i contrassegnato/i di seguito.

Overlooking Barcelona, a visit to Lievore Altherr

23.03.17

È gennaio. Venendo da una fredda e nevosa Venezia, imbatterci nella limpidezza di una calda giornata invernale è senza dubbio una piacevole sorpresa. Scesi dal volo delle 8, dall’aeroporto di El Prat ci dirigiamo verso il famoso Barrio Gotico di Barcellona. Abbiamo organizzato per la tarda mattinata un incontro con i designer Alberto Lievore e Jeannette Altherr, nel loro studio in Plaza Berenguer.

È più o meno mezzogiorno quando arriviamo al portone del loro palazzo. Suoniamo il campanello, una voce risponde e ci invita a salire. Raggiungiamo l’attico, è Jeannette Altherr ad aprirci la porta, la vediamo attraverso il vetro dell’ascensore.

Chiacchierando ci spostiamo su un grande terrazzo panoramico che sovrasta la città: la vista si spinge fino il mare e dal lato opposto si scorgono le montagne, invidiabile. Vasi di ulivi e rosmarino in fiore rendono tutto ancora più incantevole.

Alberto Lievore è un uomo socievole e carismatico, con un grande bagaglio culturale. Ci racconta di essere arrivato in città negli anni ‘70, in piena rivoluzione culturale – periodo particolarmente fertile e perfetto per gettare le basi di ciò che poi delineerà la nascita del grande design spagnolo. Ci mostra lo studio, descrivendone l’architettura e i diversi rinnovi fatti negli anni.

Padroneggiano i toni naturali del legno e il bianco essenziale delle pareti, illuminati dai caldi raggi del sole. Camminando, il pavimento scricchiola dolcemente sotto i piedi.
Lo studio è accogliente, vissuto; oggetti risalenti a progetti passati – modelli in scala, materiali di scarto, disegni – portano alla luce la sua storia e quella delle persone che lo hanno abitato, raccontandone tratti della personalità altrimenti difficili da decifrare.

La passione per l’arte, per la storia e per la cultura accomuna i due designer e si percepisce nei piccoli dettagli che rendono lo studio unico e personale.

E ci troviamo così a parlare di forma, di design, del capitalismo, del buon cibo e di Majorca.